Cosa rende tanto speciale Global Desktop agli occhi di Red Hat? Il fatto che questo software formi la base di una piattaforma modulare e flessibile che, secondo l'azienda, con il tempo si fonderà senza soluzione di continuità con il Web.
"Global Desktop non è l'ennesima distribuzione desktop di Linux che tenta di clonare un sistema operativo ormai superato come Windows", ha affermato Gerry Riveros, marketing manager di Red Hat. "Il vecchio concetto di desktop è morto: ciò di cui hanno bisogno oggi aziende e pubbliche amministrazioni è una piattaforma capace di plasmarsi sulle esigenze individuali, fornire un modello di licensing semplice e flessibile ed espandersi in modo naturale e trasparente verso il Web e i servizi online".
Red Hat ha spiegato che la sua nuova piattaforma consentirà agli utenti di estendere le funzionalità del sistema operativo per mezzo di applicazioni web, e di accedere ad applicazioni e dati locali e remoti in modo unificato. Ad esempio, gli utenti potranno affiancare alla famosa suite per l'ufficio OpenOffice applicazioni online in stile Google Docs fornite dalla stessa Red Hat e dalla sua rete di partner. La piattaforma poggerà sul modello service oriented architecture (SOA) e su interfacce utente capaci di integrarsi con i web service.
I concetti messi sul tavolo da Red Hat non sono certo nuovi, ma l'azienda dal cappello rosso spera di metterli in pratica prima e meglio delle rivali. Per il momento l'attuale incarnazione di Global Desktop, in arrivo a giungo, è tagliata su misura per le piccole aziende e le pubbliche amministrazioni dei paesi in via di sviluppo, e verrà preinstallata su un limitato numero di PC desktop e notebook. Allo sviluppo di Global Desktop ha collaborato anche Intel, che lo utilizzerà nel suo Classmate PC e in altri computer a basso costo in alternativa a Windows XP Embedded.
Il software poggia sullo stesso codice sviluppato da Red Hat per il progetto One Laptop Per Child (OLPC), che a sua volta deriva dalla distribuzione Fedora Linux. Global Desktop non condivide con OLPC la GUI Sugar, ma adotta un'interfaccia tradizionale (presumibilmente basata su GNOME) che dà accesso ad una selezione di applicazioni come Firefox e il già citato OpenOffice. Con i successivi aggiornamenti Red Hat implementerà progressivamente il modello descritto in precedenza, dove le applicazioni tradizionali si integrano a quelle online.
Presso il Red Hat Summit l'azienda dal cappello rosso ha anche annunciato lo sviluppo di un sistema operativo per appliance virtuali capace di supportare la piattaforma vPro di Intel. Anche in questo caso il chipmaker di Santa Clara collaborerà al progetto, confermando il suo crescente interesse verso lo sviluppo di soluzioni alternative a quelle di Microsoft.
Battezzato Red Hat Virtual Appliance OS, il sistema operativo è stato ottimizzato per girare al di sopra di software di virtualizzazione come Xen e inglobare applicazioni o servizi specifici, come quello di sicurezza di rete, monitoraggio e provisioning: l'appliance virtualizzata potrà essere gestita con le tecnologie fornite dalla piattaforma vPro e girare isolata dal sistema operativo host. In collaborazione con Intel, Red Hat intende sviluppare, produrre e supportare i componenti software necessari a Virtual Appliance OS, compresi l'hypervisor e il software development kit.
Il progetto è attualmente in fase di sviluppo: la versione beta sarà disponibile verso fine anno, mentre la release definitiva è prevista per il 2008.
Fonte: PuntoInformatico